Sabato 27 settembre 2025, dalle 15:00 alle 16:30
presso l’Ex Chiesa di San Mattia, Via Sant’Isaia 14, Bologna
si terrà l’incontro
Immagini e (contro)immaginari del passato coloniale portoghese in Mozambico – Prima parte
Con Elisa Alberani (Università Statale di Milano), Rebecca Saldanha (Università di Bologna), Vincenzo Russo (Università Statale di Milano), Roberto Vecchi (Università di Bologna).
Modera: Ilaria Ferretti (Fondazione Home Movies)
Il primo appuntamento ci porterà all’interno del racconto familiare della famiglia Saldanha grazie alle riflessioni di Rebecca Saldanha, ricercatrice che ha messo al centro dei suoi studi la trasmissione della memoria tra diverse generazioni nei territori di lingua portoghese. Il fondo Luís Saldanha prende il nome dall’autore amatoriale dei filmati come anche dal principale soggetto ritratto, un bambino, unico figlio di una tipica famiglia portoghese residente nella capitale della colonia africana fino al 1976. Integrano il fondo anche alcuni oggetti, tra cui due album di fotografie che ritraggono paesaggi, scene quotidiane e safari; una cinepresa; il dipinto di una donna africana realizzato dallo stesso Luís Saldanha, l’unghia di un leone, il dente di un ippopotamo, il peluche di una scimmia, compagno di infanzia di nome Chico. Questi oggetti eterogenei, sopravvissuti alla fine del tempo coloniale, al retorno, vissuto come doloroso esilio dalla casa coloniale e da una condizione di privilegio, sono “memorabilia” di un’Africa idealizzata. L’immagine del Mozambico che ne deriva è quella di una realtà edulcorata dalla violenza, un paradiso miniaturizzato come in cartolina per un futuro turismo dei ricordi. Oltre ad una necessaria contestualizzazione, la visione di questo materiale frammentato, richiede una certa attenzione critica in grado di cogliere, nelle testimonianze intime e familiari, un problematico (benché talvolta inconsapevole), occultamento della violenza, in linea con la propaganda ufficiale dell’Estado Novo, mostrando un dialogo possibile tra la dimensione privata e quella pubblica.
Il secondo incontro si terrà
Lunedì 29 settembre 2025, dalle 17:00 alle 18:30
presso l’Ex Chiesa di San Mattia, Via Sant’Isaia 14, Bologna
Immagini e (contro)immaginari del passato coloniale portoghese in Mozambico – Seconda parte
Con Giulio Fugazzotto (Rivista Zapruder), Carlo Podaliri (archivista indipendente), Mario Carmelo Lanzafame (archivista indipendente)
Modera: Ilaria Ferretti (Fondazione Home Movies)
Come contrappunto alla narrazione e alle immagini private saranno presentati alcuni dei documenti (filmici, fotografici e grafici) facenti parte dell’Archivio Franco Cigarini e dell’Archivio Giuseppe Soncini e Bruna Ganapini, entrambi custoditi dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. A partire dagli anni ‘70 la città emiliana, partendo dalla volontà di fornire supporto e formazione sanitaria al fronte di liberazione mozambicano (Frente de Libertação de Moçambique – FRELIMO) proprio grazie alla volontà di Giuseppe Soncini allora direttore dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, si consolidarono una serie di legami istituzionali tra Reggio Emilia e il FRELIMO fino ad arrivare alla progettazione del primo viaggio ufficiale di una delegazione politica nelle terre del Mozambico libero. Presente all’interno della delegazione (tra politici e giornalisti), in quell’agosto del 1972, anche Franco Cigarini, ex-partigiano italiano, operatore delle UNITELEFILM e fotografo e cineoperatore ufficiale del Comune di Reggio Emilia. Franco Cigarini documenta le varie tappe del viaggio con la sua bolex 16mm, con scatti fotografici e registrando suoni, interviste e canti su nastro magnetico. Ne scaturirà un documentario “10 giorni con i guerriglieri del Mozambico libero”, testimonianza preziosa del ruolo delle immagini nel complesso processo storico, culturale e politico che si definisce come “liberazione”. Il documentario è tuttavia solo una parte della ricca documentazione presente all’interno dei fondi archivistici che parte dagli anni ‘70 e arriva fino agli ‘80 quando il Mozambico è una nazione indipendente.
In collaborazione con Biblioteca Amilcar Cabral.
L’Archivio che non c’è è la sezione del festival curata in collaborazione con la Biblioteca Amilcar Cabral di Bologna e nata con il desiderio di mettere in luce gli archivi che vivono uno stato di difficoltà: per cancellazione, difficile conservazione, mirata distruzione, oppure per fondazione nata da forme di attivismo, necessità di raccogliere testimonianze, e altre declinazioni che ora non sappiamo né vogliamo circoscrivere, lasciando le prospettive aperte. Archivi mancanti, archivi dispersi, archivi da recuperare, soprattutto in una prospettiva postcoloniale e decoloniale.