Agnese Soffritti
Collana: TESI/ANTITESI
Che l’impero, più sognato che vissuto, sia la grande ossessione del Portogallo, è ormai noto. Meno chiaro è come una dimensione ad esso strettamente collegata, quella della modernità, sia parimenti oggetto di anelo e tormento per un’identità nazionale che, sulla scia dell’interpretazione psicanalitica laurenziana, tarda a fare i conti con il proprio passato e a trovare una collocazione sulle mappe geopolitiche del presente, rimandano ad infinitum il confronto e l’incontro con se stessa. La relazione tra impero e modernità nella costruzione dell’immaginario portoghese è l’oggetto di questo libro che si propone di rivisitare non solo la letteratura di fine Ottocento, in particolar modo la poesia, ma anche altri con-testi culturali come la struttura urbanistica delle grandi città, al fine di chiarire quanto la natura ancora una volta più fantasmatica che reale della modernità della semiperiferia abbia giocato un ruolo fondamentale nel processo di ricentramento dell’immaginario lusitano: forse è proprio l’“assenza” risignificata che permette di ribaltare i miti del centro d’Europa, osservati da una distanza improvvisamente non più colpevole ma orgogliosamente critica. O forse i giochi sono più complicati di quel che sembra e la rappresentazione della modernità o della sua purificante assenza non sono altro che strategie compensatrici che mirano a riequilibrare carenze ben più strutturali. Il presente volume cerca di farsi strada in un labirinto di immagini contrastanti e apparentemente incoerenti, di cui abbiamo traccia fin dentro a una contemporaneità dove il Portogallo appare tutto e il contrario di tutto, cercando di farne emergere la logica soggiacente e mettendo in luce come sia proprio la fine Ottocento il tempo di gestazione delle politiche e delle poetiche novecentesche, prima tra tutte quella pessoana.
ISBN 9788857560915
Agnese Soffritti dopo il dottorato di Ricerca in Iberistica (Università di Bologna), è stata docente di lingua portoghese presso l’Università Statale di Milano, l’Università di Bologna e l’Università di Catania (S.d.S. di Ragusa) dove ha insegnato anche letteratura e cultura portoghese e brasiliana. Come traduttrice si è dedicata in particolar modo al fumetto e ha firmato, insieme a C. Magnante, la traduzione italiana del romanzo Partes de África di Helder Macedo.